Comunicazione del Propeller Port of Venice

Comunicazione del Propeller Port of Venice

ott 21

News dalla Stampa

Comunicato del Presidente Massimo Bernardo

Comunicato Stampa del Dr. Massimo Bernardo, Presidente del Propeller Club Port of Venice:

Cari Amici

L’ argomento di fondo di quest’ anno, com' è stato a suo tempo deciso dal nuovo consiglio Direttivo del Propeller Club di Venezia, sarà la logistica.

Perché la logistica?

E’ presto detto se pensiamo al ruolo del porto di Venezia e del suo retroterra quando in tutta Europa la crescita dell’ interscambio con l’ Asia ed i mercati emergenti del Nord Africa, ha modificato in modo significativo la geografia dei flussi commerciali internazionali riportando alla ribalta il Mediterraneo ed i suoi porti piuttosto che le rotte atlantiche che per oltre un secolo sono state al centro dell’ economia mondiale.

Il porto di Venezia e tutto il Nord Est italiano, in questo contesto, hanno carte importanti da giocare ma ad una condizione che possiamo riassumere in due concetti: ottimizzazione dei servizi logistici e qualificazione dell’ intermodalità del trasporto.

Oggi è tutta l’ Europa a scommettere sulla logistica sostenibile per ridurre l’ impatto ecologico ed i costi energetici senza penalizzare la circolazione delle merci. Per questo entro la primavera del 2007 la Commissione Europea varerà un piano la cui attuazione-ha dichiarato il Commissario UE ai trasporti Jacques Barrot- consentirà di operare sulla logistica considerandola una priorità nella misura in cui le soluzioni avanzate e integrate possono contribuire a ridurre gli effetti negativi dell’inquinamento e della dipendenza energetica della mobilità.

Voglio solo ricordare che in Europa le spese per la logistica – sempre secondo la Commissione – sono di circa 1000 MLD di euro l’ anno e, in media, incidono dal 10 al 15% sul costo finale del prodotto !

Ma il problema non è, dunque, solo delle imprese, lo è anche per le autorità pubbliche che debbono dare alle attività industriali la possibilità di svilupparsi.

Un bell’ esempio, in questo senso, ci arriva dal vicino porto di Trieste per il quale, proprio qualche mese fa, il CIPE ha dato via libera al progetto di circa 300 mio di euro per una nuova piattaforma logistica che si svilupperà su un’ area di 247.000 mq. dei quali 140.000 sottratti al mare, con la realizzazione di 1300 m. di banchina e 24.000 mq. Di magazzini con opere di infrastrutturazione stradale e ferroviaria che permetteranno la formazione di treni blocco fino a 350 m.

E a Venezia cosa si sta facendo in questo settore quando il “tavolo di concertazione” istituito da qualche mese dalle regioni del Nord Italia ha riconosciuto proprio al nodo veneziano l’urgenza e l’inderogabilità a risolvere i problemi infrastrutturali che lo penalizzano nell’ ambito del Corridoio 5, asse intermodale considerato indispensabile allo sviluppo e, consentitemi, alla sopravvivenza economica del nostro Paese ?

Qual’ è, insomma, il nostro potere contrattuale per far sbilanciare sul nostro territorio e sul nostro mare una fetta maggiore di investimenti che, come avete certamente saputo dal 3° Rapporto sull’ economia del Mare presentato nel giugno scorso nella sede del CNEL a Roma, per le sole attività marittime (industriali, di servizi e di tipo istituzionale) nel 2004, hanno generato oltre 36,4 MLD di euro di produzione pari al 2,7% circa del PIL nazionale quando i costi intermedi e gli investimenti fissi sono stati di 11,6 MLD, pari cioè al 4,4% del totale nazionale ?

Si è parlato di “storico sorpasso” rispetto all’ agricoltura, alle telecomunicazioni ed al tessile-abbigliamento.

Altra domanda : basterà l’istituzione del “tavolo del mare” istituito dal ministro Bianchi ad avviare una nuova cultura della programmazione – che come ha affermato il viceministro Cesare De Piccoli – dovrebbe portare alla condivisione di responsabilità ed obiettivi ?

 

 

Da parte sua il ministro Bianchi rassicura : ”Bisogna riavviare una vera politica dei trasporti in Italia collocandola in un contesto europeo, mediterraneo, mondiale”.

Intanto sta prendendo corpo la cosiddetta “istruttoria” tra i vari ministeri competenti per avere un “quadro” più preciso della situazione.

Ma la situazione, per chi come noi lavora nel settore, sembra chiara, anzi, chiarissima : ancora non si riesce a passare dai sogni alla realtà!

Abbiamo tutti sognato l’alta velocità-capacità e invece ci troviamo in forse, anche se è già cantierata la Padova-Venezia, sulla realizzazione definitiva della Padova-Milano e della Venezia-Trieste; poi, il Passante. Speriamo bene così come per la terza corsia sulla Venezia-Trieste mentre resta un’incognita l’asse plurimodale Venezia-Padova sull’ormai sepolta idrovia.

Allora ci spostiamo sulle aree di Porto Marghera, vera risorsa, a quanto si dice, per lo sviluppo della piattaforma logistica veneziana, di quella piattaforma che dovrebbe avere nell’Interporto il suo elemento di riferimento e di coordinamento.

Qui, però, è ancor tutto da fare in attesa della disponibilità delle aree e di una concreta, corretta valutazione dei costi-benefici.

Concludo subito: ricordo solo che mentre stiamo pensando all’eventuale ubicazione della nuova piattaforma logistica veneta o se volete anche solo veneziana, la logistica è già passata alla fase dell’internazionalizzazione con un processo che è in atto da oltre un decennio e che non è tra le ultima cause della perdita di competitività delle nostre imprese. Come afferma il Direttore Generale di Italian Distribution Council, Giovanni Satta, “l’internazionalizzazione della logistica è ormai un must strategico per la competitività di tutti i paesi industriali e per l’ attrazione di investimenti esteri. Essa si consegue realizzando politiche industriali capaci di generare rilevanti sinergie tra i suoi governanti e le loro imprese”.

Per concludere, un esempio che ritengo significativo: oltralpe si stanno realizzando importanti nuovi hub ferroviari, come nel caso della svizzera SBB Cargo, cioè “punti di servizio internazionale” com’è quello di Karlsruhe e di Singen in Germania, capaci di drenare traffico ovunque e di portarlo, in men che non si dica, in diversi porti o in diversi mercati, nel giro di sole 48 ore, cioè al passo con quella che definirei un’epocale metamorfosi nel sistema dei trasporti imposto dall’avvento del Yellow Watermelon sulla ormai superata “Blue Banana”, per non parlare, ovviamente, di quel progetto europeo definito Centrope (che coinvolge Austria, Ungheria,Slovacchia e repubblica Ceca) che si sta consolidando con investimenti esteri e nazionali in infrastrutture, logistica e attività industriali, appena fuori dai nostri confini nazionali !