Comunicato Stampa Propeller Port of Venice

Comunicato Stampa Propeller Port of Venice

apr 03

News dalla Stampa

Il Sistema Portuale dell'Alto Adriatico in rapporto alla crescente domanda di strutture logistiche nell'interscambio con l'Est Europeo ed il Far East (CINDIA)

                                                                    

COMUNICATO STAMPA

Relativo all'incontro del Propeller Club Port of VENICE del 30 Marzo 2007 (Interclub con i Propeller Club di Trieste e Ravenna)

 

Per i porti alto adriatici delle due sponde non è più il tempo di analisi e confronti, ma di nuove strategie per realizzare quel “range” portuale  del sud Europa che sia in grado di polarizzare l’interesse di traffici e armatori. Gli agenti marittimi dell’arco costiero che va dal porto di Ancona a quello croato di Fiume, passando per Ravenna, Chioggia, Venezia, Monfalcone, Trieste e Capodistria, fanno squadra, anticipando, di fatto, quanto le singole pubbliche istituzioni ancora non riescono ad esprimere.

Il “Patto di Alleanza” sottoscritto  tra gli International Propeller Club di Venezia, Trieste e Ravenna, comincia a far storia ed oggi coinvolge direttamente le Associazioni Agenti Marittimi di Ancona, Ravenna, Venezia, Koper e Rijeka che all’interclub organizzato dal Propeller di Venezia, relatore il presidente di Federagenti avv. Umberto Masucci (assente giustificato il presidente di R.A.M. on. Angelo Piazza),  si impegnano a sostenere con precise strategie la “rotta adriatica e la realizzazione di quel sistema portuale che ha i suoi punti di forza in una nuova cultura del trasporto e in una maggiore concertazione tra i suoi partners”.

“ E’ un percorso molto complesso – ha dichiarato il presidente del Propeller veneziano Massimo Bernardo- nel quale non basta certo la buona volontà dei singoli operatori. Ci  vuole, invece,  una nuova politica commerciale che metta al centro non più la concorrenza tra scali , ma la loro competitività. Solo così il “range marittimo adriatico” potrà decollare senza nulla togliere ai compiti istituzionali delle autorità portuali, ma obbligandole ad adeguare al meglio le strutture dei porti di loro competenza mentre spetta ai rappresentanti della merce e a quelli dei vettori il ruolo di interlocutori privilegiati nella redazione dei Piani Operativi Triennali (P.O.T.),  veri strumenti programmatori per legare ed adeguare sempre più il porto al proprio hinterland”.

Sulla stessa linea l’intervento del presidente di Federagenti che ha tra l’altro denunciato l’esorbitante numero delle Autorità Portuali, ben 25  mentre, secondo Masucci, la riduzione delle stesse agevolerebbe la crescita  del “cluster marittimo nazionale con i suoi 36,5 MLD di fatturato ,” consentendo così, anche   allo shipping italiano “, di fare quello sforzo virtuoso per riconquistare primarie posizioni di mercato”.

Dopo aver spaziato tra luci ed ombre dello scenario marittimo - portuale nazionale e dopo aver menzionato il rapporto tra i finanziamenti accordati alle Autorità Portuali e alle Aziende Speciali e i lavori attivati (n.d.r. accordati 3.714.629.161,92 –programma ordinario OO.MM 1997-2006 e finanziamenti straordinari leggi 413/98 e 166/2002 (1998-2006) contro 2.111.133.781,93 totale lavori attivati. (33,75% Ancona; 73,52% Ravenna; 54,59% Chioggia; 73,72% Venezia; 52,30% Monfalcone; 37,59% Trieste) , il presidente Masucci    ha ricordato come i traffici scelgano i  porti più convenienti in termini di costi e di produttività e proprio per questo, sostenendo la realizzazione del sistema portuale dell’alto Adriatico, allargato ai porti di Capodistria e Fiume,  ha espresso la sua contrarietà alla  regionalizzazione delle politiche portuali, proprio quando sono le Regioni che oggi cominciano  a legiferare  sui porti di loro competenza mentre ha insistito sulla necessità di sviluppare in Adriatico  più collegamenti dorsali con le Autostrade del Mare e più servizi feeders  con i grandi hub del Mediterraneo ,esortando nel contempo gli agenti marittimi delle 25 associazioni sparse sul territorio nazionale ,  ad investire,  in modo sempre più deciso,  sulla qualità dei servizi.

Tra i molti interventi, quelli del neoeletto presidente dell’associazione Agenti marittimi di Venezia cap. Emilio Gamba, del presidente dell’associazione di Ancona Giovanni Mauro e di quello di Ravenna Umberto Bezzi , delle associazioni slovena e croata Emil Bandelej e Mijlienko Tudor, dei presidenti dei Propeller di Ravenna e Trieste, avv. Bassi e Berzin , del presidente del Comitato Utenza Portuale di Chioggia on. Giuliano Godino, quello del vicepresidente di CONFETRA  Aldo Pomarici  che, a proposito del… far sistema…., ha drammaticamente riportato l’affollata platea di imprenditori ai reali problemi del quotidiano: “Sulla valorizzazione dell’Adriatico e della sua portualità si sono sfiancati politici, imprenditori, Autorità Portuali, terminalisti e così via – ha testualmente affermato – Intenzioni buonissime, convegni a iosa, tutti indirizzati a una forma di collaborazione che permettesse di attivare una efficace e coordinata politica portuale. Nei fatti ,però , poco si è fatto: sentiamo la mancanza di una qualsiasi analisi approfondita sul come regolare i rapporti commerciali tra i porti; di progetti tesi a promuovere la domanda del trasporto intermodale  sapendo chi fa cosa, dogma questo di qualsiasi sistema di qualità; di intendimenti chiari , precisi e naturalmente perseguibili, da parte dei privati e dello Stato per realizzare un progetto in cui tutti i partners , per ruolo e competenze, devono credere nell’iniziative, pena il fallimento del progetto stesso. Progetto questo in cui ognuno deve lasciare qualcosa all’altro per poter poi, in tempi relativamente brevi, raccogliere i frutti di quanto seminato.

Attenzione particolare dovrà essere quindi  dedicata all’incremento dei traffici, ad una migliore organizzazione ed efficienza dei servizi a terra, a tariffe competitive, alla customer satisfation , all’impiego di strumenti telematici interattivi per poter operare in tempo reale anche in tema di security , ad una velocizzazione delle formalità doganali con la possibilità di far dogana con la nave non ancora all’ormeggio” . 

Tanti problemi , tante risposte da dare mentre la “nuova task force” di operatori dell’alto adriatico riunitasi in forze all’Interclcub del Propeller  di Venezia sta già impegnandosi con proposte e nuove strategie per rispondere al “leit motive” di questo meeting: “ Perché – chiede il presidente Bernardo - la portualità adriatica non riesce a competere non solo con quella tirrenica, ma, ancor più con quella mediterranea e nord europea ?Nei nostri porti c’è forse  da una parte ancor troppa burocrazia e dall’altra troppo poca concertazione tra le categorie imprenditoriali che vi operano? Perché non si riesce a far dialogare tutte le componenti del mondo del trasporto per rispondere in modo adeguato ed integrato alle richieste del mondo produttivo che molto spesso sceglie scali alternativi a quelli italiani “?  

 

Nautica (Maggio 2007) : "Porti: Nuove strategie per riconquistare le posizioni perdute"

 

 

Mondo Lavoro (Maggio 2007): "Un incontro tra gli Agenti Marittimi dell'arco costiero delle due sponde"