Associazione Culturale che promuove l'incontro e le relazioni tra persone che gravitano nei trasporti marittimi, terrestri e aerei
nov 20
News dalla Stampa
Interclub Propeller Club Port of Venice Port of Chioggia con il Vice Sindaco di Venezia "Venezia e CHioggia, il mare in una stanza"
Nel sistema dell’Alto Adriatico nuova rotta per la portualità lagunare veneta :
UNICA AUTORITA’ PER I PORTI DI VENEZIA E CHIOGGIA ?
Sarà un unico ente a coordinare, promuovere e a programmare lo sviluppo dei porti di Venezia e Chioggia per garantire maggiore competitività alla portualità lagunare veneta ed agevolare così la nascita del sistema portuale dell’alto Adriatico, già abbozzato con intese programmatiche tra i porti di Trieste, Capodistria e Fiume ?
Questo è stato il tema di fondo affrontato, dopo quello sull’internazionalizzazione del porto di Venezia con i massimi rappresentanti del Corpo Consolare accredidato nella regione del Veneto , nell’interclub tenutosi all’Hotel Bologna di Mestre tra l’International Propeller Club Port of Venice e il Port of Chioggia nel corso del quale il vicesindaco di Venezia on.Michele Vianello , come proposto alla presidenza del Club dall’avv. Marco Cappelletto console della Repubblica Domenicana , ha tracciato le linee di fondo per istituzionalizzare un possibile coordinamento tra i due scali veneti che “ pur rispondendo ad un unico ente dovranno mantenere le proprie peculiarità operative e la propria autonomia operando sotto un’unica regia per rafforzare l’offerta di servizi ad armatori e traffici”.
Ma se apparentemente le due Città potrebbero condividere e superare insieme problemi comuni come la viabilità, la subsidenza o, col MOSE, il problema delle alte maree, in realtà, per quanto riguarda i loro porti, fino ad oggi le “rotte” percorse sembrano non coincidere verso gli stessi obiettivi quando – come ha affermato Giuliano Godino , presidente del Comitato Utenti di Chioggia, nel mese di settembre di quest’anno il secondo porto lagunare ha registrato un decremento di traffico e di navi di circa il 40% . Godino , dopo aver sottolineato che “ gli utenti sono trattati come vere e proprie “comparse” , ha poi denunciato, senza mezzi termini, lo scoordinamento tra Capitaneria di Porto, Comune e Azienda Speciale per il porto di Chioggia (ASPO) , l’appesantimento burocratico delle operazioni portuali “ ma, soprattutto- ha affermato il presidente dell’Utenza – l’incapacità gestionale da parte dell’ASPO che ha portato il porto allo sbando”. A gettare “acqua sul fuoco” il presidente del Propeller veneziano :“Quando il mercato si sta sempre più globalizzando, quando porti a noi vicini perseguono strade convergenti per operare a livello sistemico condividendo linee programmatiche strategiche e la specializzazione delle loro banchine, avviando collaborazioni sempre più strette con gli interporti dei propri hinterland, facendo fronte unico nella richiesta di nuove infrastrutture, ebbene – ha dichiarato Massimo Bernardo - bisogna saper guardare avanti, come ha dimostrato la recente iniziativa , varata proprio in questi giorni a Chioggia dalla multinazionale Cargill con il gruppo Pagnan e il Centro Intermodale Adriatico , che riguarda il traffico di rinfuse cerealicole. Un grande progetto che coinvolge tutto l’alto Adriatico e che ha proposto nuove basi per un nuovo dialogo e nuovi schemi di collaborazione, non solo tra enti ed organismi pubblici interessati allo sviluppo dei porti, ma anche tra gli stessi operatori privati.
Sono convinto che anche per la portualità lagunare sia arrivato il momento di cambiare “musica”- ha concluso Bernardo- rimappando il modo nuovo le potenzialità della nostra portualità , cioè dando agli operatori concrete risposte in termini di infrastrutture adeguate, di competitività, di costi e tempi certi per l’imbarco, lo sbarco e la distribuzione delle merci. Oggi bisogna affrontare i problemi del quotidiano: non c’è più tempo per fantasticare sui progetti del futuribile”. Ma è proprio in questo “contesto sistemico” che i porti di Venezia e Chioggia , a livello istituzionale, ancora non riescono a dialogare. Resta per ora ancora lontana la ricerca istituzionale di comuni sinergie, oggi ancor più necessarie per la presenza di imprese terminalistiche veneziane che già operano nel nuovo terminal di Val Da Rio (n.d.r. la nuova sezione portuale del porto di Chioggia gestita dall’ASPO e di altre che si stabiliranno nei prossimi mesi col completamento dell’infrastruttura.
Per Venezia, invece,” l’attualizzazione delle banchine – ha affermato il vicesindaco della Città - va ripensata, in pieno accordo tra enti locali ed Autorità Portuale, non solo per il traffico merci con particolare riguardo a quello containerizzato ,che potrebbe già avere una prima lavorazione nelle aree portuali, ma, vista la sua leadership nel settore turistico, anche per quello crocieristico e passeggeri tenuto conto che nei prossimi tre anni il mercato internazionale delle crociere potrà disporre di oltre 88.000 letti grazie ad altre 27 nuove navi di sempre maggiori dimensioni commissionate ai cantieri europei “.
“Cosa farà il porto passeggeri di Venezia a fronte del gigantismo navale già in atto quando i suoi accessi marittimi sono limitati sia per le dimensioni fisiche che per il traffico “one way” in transito nel canale Malamocco-Marghera- si è chiesto il cap. Emilio Gamba presidente dell’Associazione Agenti marittimi ?
E’ a questo punto che l’on. Vianello ha annunciato l’esigenza di trasferire parte del traffico crocieristico nella gronda lagunare con la realizzazione a Porto Marghera di una modernissima struttura : “Venezia non può abdicare al ruolo che il suo porto si è conquistato nel traffico crocieristico : pensiamo, nelle aree ex industriali, ad una nuovissima e modernissima stazione marittima collegata al centro storico con mezzi innovativi che sia all’altezza di rispondere alla crescente domanda di armatori e crocieristi sulla qualità e sulla logistica dei servizi offerti dai singoli porti”.
“Venezia e Chioggia, il mare in una stanza”. Era questo l’emblematico tema del meeting proposto dall’Interclub .” La stanza – ha spiegato Bernardo - era , ovviamente, quel virtuale contenitore nel quale sono racchiuse tutte quelle potenzialità che una corretta ed armonica collaborazione tra i due porti potrebbe esprimere quando non mancasse la volontà e l’impegno di enti pubblici e privati imprenditori per valorizzare e condividere questa importante risorsa economica che va però ripensata integrandola sempre più con una nuova dimensione territoriale legata non ai meri confini comunali di appartenenza dei singoli porti, ma all’area economica su cui gravita quella grande banchina adriatica che parte dalla bocca di porto del Lido di Venezia e si conclude, passando con una moderna idrovia per Isola Saloni e Val da Rio, nel cuore della Lombardia , nei porti interni di Mantova e Cremona, offrendo alla portualità commerciale, industriale e turistica veneta un’irripetibile occasione di sviluppo”.
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