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nov 23
News dalla Stampa
IMPIANTO PORTUALE DI RACCOLTA DEI RIFIUTI
Propeller Club – Port of Venice
Impianto portuale di raccolta dei rifiuti.
Nell’ incontro dello scorso 23 novembre del Port of Venice è stato illustrato il progetto del nuovo impianto di raccolta e trattamento dei rifiuti e residui di carico prodotti dalle navi realizzato in ottemperanza del D.Lgs. 182 del 24 giugno 2003 in cui si stabilisce, recependo la direttiva 2000/59/CE che rafforza il dettato della convenzione Marpol 73/78, che i porti debbano dotarsi di adeguati impianti per la raccolta ed il trattamento di queste tipologie di rifiuti al fine di ridurre l’ inquinamento marino.
Le Guardie ai Fuochi di Venezia, capofila e responsabile della progettazione e realizzazione dell’ impianto, con la compartecipazione di Veritas, l’ azienda comunale dei servizi, Conepo ditta con decennale esperienza nel settore dello smaltimento dei rifiuti prodotti dalle navi ed altre imprese quali Berengo, Sacaim e Cmev si sono aggiudicate la gara d’ appalto, indetta dall’ Autorità Portuale veneziana, che prevede a fronte del project financing di quasi undici milioni di Euro una concessione ventennale per la gestione dell’ impianto da realizzare che, oltre a recuperare e stoccare gli inquinanti, potrà anche trattarli per recuperare sostanze riutilizzabili contenute negli stessi.
Con adeguati trattamenti fisico-chimici potranno essere separate dapprima le parti oleose in seguito, con l’ aggiunta di additivi alle acque rimanenti, verranno fatti precipitare altre frazioni inquinanti ed il residuo di queste acque verrà sottoposto ad un ultimo processo di filtraggio con sabbia e carboni attivi e con l’ uso di membrane biologiche reattive.
Poiché nel corso di tali procedimenti dalle reazioni saranno prodotti parti gassose sono previsti sistemi di trattamento anche per questi gas evitando la loro dispersione nell’ aria .
L’ impianto dotato di serbatoi di stoccaggio per 5.000 m3, avrà una capacità di trattamento di 19.000 ton/anno di acque di sentina, 950 ton/anno di acque di lavaggio delle cisterne e di 9.000 ton/anno di acque settiche. Dalla depurazione di questa massa di rifiuti si prevede di ricavare 5-9.000 ton/anno di olii conferibili al consorzio olii esausti, 50 ton/anno di benzine riutilizzabili come combustibili e 25 ton/anno di sali reimpiegabili dall’ industria chimica, il residuo da smaltire ammonterà a circa 120 ton/anno di fanghi.
Il servizio disponibile sarà disponibile anche in rada con tre nuove bettoline autopropulse, una da 500 e due da 300 tonnellate commissionate dalle Guardie ai Fuochi.
L’ impianto occuperà circa 3300 mq di un’area di porto Marghera prevista per l’espansione portuale, dove non vi sono vincoli ne paessagistici ne ecologico-ambientali.
Una volta completato l’ iter amministrativo per le necessarie autorizzazioni, che se non vi saranno ritardi procedurali si prevede ultimato entro la metà del 2012, la realizzazione sarà compiuta in un arco di circa 18 mesi con ulteriori 4 mesi di avvio dell’ impianto per tararne la funzionalità.
Una realizzazione che pone il porto di Venezia tra i primi scali per eccellenza con l’ augurio che tutti gli scali nazionali applichino univocamente le norme in vigore poiché già in altri porti, non italiani, il costo dello smaltimento acque è irrisorio e non è dato conoscere le modalità del loro successivo smaltimento.
I costi del servizio prevedono una quota fissa ed una variabile, in base a quantità rifiuti conferiti imposti a tutta l’ utenza portuale che, come è stato sottolineato, non tengono conto ad esempio della capacità delle navi da crociera di ultima generazione di trattare la gran parte dei rifiuti generati a bordo con i più moderni sistemi di trattamento e che quindi risulterebbero penalizzate da questi costi imposti senza distinzione.
Michele Del Pup
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